L’IGP spinge la Finocchiona: nel primo anno di vita oltre 731.000 chili di prodotto
L’Indicazione geografica protetta fa bene alla Finocchiona. A un anno dal riconoscimento dell’IGP, lo storico salume toscano fa registrare numeri positivi, sia in termini di produzione che di fatturato: da maggio 2015 a marzo 2016, infatti, sono oltre 731mila i chili di Finocchiona IGP prodotta e messa sul mercato, per una stima di valore alla produzione pari a circa 6 milioni di euro e oltre 9 milioni e mezzo di euro al consumo.
Export: forte in Germania e apprezzata nei mercati “esotici”. Guardando ai numeri del mercato estero, il primo dato significativo è la percentuale di export, che supera quota 27 per cento, raggiungendo in larghissima parte l’area UE, ma con “sbarchi” importanti anche in Asia e Oceania. In particolare, per quanto riguarda l’Europa, domina la Germania, con il 65 per cento dell’export totale pari a oltre 133mila chili di prodotto, seguita da Belgio e Inghilterra. Tra i mercati più esotici, spicca la Nuova Zelanda, con più di 3mila chili di prodotto esportato; il Giappone, che si piazza davanti a Svizzera e Spagna, e Hong Kong.
Dati positivi e prospettive future. “I dati sono positivi – sottolinea Fabio Viani, presidente del Consorzio di Tutela della Finocchiona IGP – Produzione e commercio si mantengono sulle stime e questo dimostra che il riconoscimento dell’IGP è stato recepito bene. Per entrare nel dettaglio dei numeri, dopo un calo fisiologico post festività natalizie, c’è stata una ripresa, con un mese di marzo superiore alle stime. In generale, i dati ci dicono che i consumatori apprezzano il prodotto e la sua qualità, oggi supportata e garantita dal disciplinare che ‘guida’ ogni fase della produzione. Sul fronte dell’export – continua Viani – emerge il dato importante della Germania che, con il 17 per cento, domina un mercato molto favorevole come è quello dell’Europa centrale. All’estero, il binomio dell’origine italiana con la qualità certificata IGP rappresenta una garanzia per i consumatori, che apprezzano la particolarità e l’eccellenza del prodotto. Oltre alla Germania, guardiamo con interesse anche ai mercati più esotici, come il Giappone, la Nuova Zelanda e Hong Kong. Questo apprezzamento a diverse latitudini lascia ben sperare per il futuro e ci spinge ancora di più a lavorare per varcare altre frontiere, a cominciare da Stati Uniti e Canada”.